Terapia antidolore
Personaggi: Gina, Lele, Il Padre, Donna Nigeria, Giulia, Dragana. (due uomini, quattro donne)
Il Padre è in ospedale, ha un cancro e si sottopone a terapia senza conoscere la natura del suo male. Due Figlie e un Figlio si riuniscono intorno al suo letto e confrontano le loro vite, all’ombra della sua morte. Gina è un dottore che ha rinunciato ad un importante progetto in Africa; Lele, eternamente sovrappeso, è appena stato lasciato dalla moglie e Giulia ha abbandonato da tempo il suo amore per il teatro per diventare una sceneggiatrice di soap di successo. Ma via via che il Padre assume la morfina e inizia a dire cose sconnesse, i tre scoprono che ha un’amante, una giovane rifugiata dal Kossovo e che lei è incinta. Lo shock della rivelazione introduce molti cambiamenti nei rapporti tra i personaggi e li costringe a mettersi a nudo, per affrontare il loro passato e il loro destino. Una “terapia del dolore” è ciò di cui hanno bisogno, per uscire da uno stasi che uccide i sentimenti. Il testo alterna uno stile realista a momenti di umorismo surreale.
Rappresentazioni:
GERMANIA: 2006 Theater Lubeck, regia Gabriel Diaz
FRANCIA: settembre 2007 “Espace Malraux” di Chambery, nell’ambito dell’iniziativa “Carte blanche” promossa da ETI/ONDA
3 ottobre 2008 Festival Actoral Montevideo
18 ottobre 2008 Theatre Les Ateliers, Lyon
gennaio 2009, Festival Presences Italiennes, Theatre Garonne, Toulouse
febbraio 2009, Theatre National de Strasbourg
Messo in scena da Yvan Garouel al Theatre Manufacture des Abbesses di Parigi (settembre-novembre 2009)
ITALIA: OUTIS, Piccolo Teatro di Milano (settembre 2005) Regia di Lukas Hemleb. Con Ruggero Dondi, Massimo Giovara, Arianna Scommegna, Matilde Facheris,
Traduzioni:
tedesco (Ingeborg Kanz), francese (Carlotta Clerici). Pubblicato dalla rivista Sipario e dalla Casa editrice francese L’Harmattan.
In due righe:
GINA — Mi ha chiesto se sono felice. Due volte. Nostro padre. Ho sempre pensato che fosse solo una parola stupida, la felicità. La risposta al sette verticale in qualche cruciverba.
GIULIA — Felicità presuppone che riusciamo a sentire. Non c’è morfina che salvi dalla vita. È una malattia che non si può curare. Per sentire a volte bisogna toccare il fondo.
GINA — Fa molto male.
GIULIA — Lo so. Dobbiamo lasciarlo andare, Gina. Accettare il fatto che non ci mancherà. Che era già morto da tanto tempo. Questa occasione con lui non c’è stata.
GINA — Non so se ce la faccio. Non lo so.
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